Trama
Sei persone si mettono in cammino per sette giorni, percorrendo 36 km tra le montagne della Val Grande piemontese, per riscoprire la bellezza della natura incontaminata. Il paesaggio intorno a loro è ricco e selvaggio, la mano dell’uomo non l’ha raggiunto, almeno non del tutto e la natura segue spontaneamente il suo corso, regalando bellissime albe e tramonti, ma anche piogge inarrestabili e inverni rigidi. Così queste sei persone attraversano la rigogliosa Val Grande e sperimentano la lontananza da tutto ciò che ha a che fare con l’intervento dell’uomo, e anche con la necessità di possedere tutto, di soddisfare ogni bisogno, arrivando a chiedersi quanto senso abbia mettere in pericolo la Terra per assecondare esigenze che in fondo sono solo fantasmi.
A riveder le stelle è un documentario sul cambiamento climatico da cui avremmo voluto meno analogie e più cinema, per riflettere sulla magnificenza del nostro prezioso Pianeta Terra.
Diretto da Emanuele Caruso, A riveder le stelle vede come protagonisti sei persone che provengono da realtà e ambienti sociali completamente differenti: c’è l’attore di cinema e teatro Giuseppe Cederna, anche alpinista, e con lui l’attrice Maya Sansa, che accetta la proposta di questo viaggio per mettersi in gioco. C’è Franco Berrino, epidemiologo e luminare nel campo della lotta al cancro e c’è Lorenzo, ventiduenne che lavora come cuoco in un ristorante. Infine ci sono Valter, falegname e attore teatrale, ora disoccupato e Stefania, massofisioterapista e imprenditrice di se stessa, che ha deciso di lasciare la città per andare a vivere da sola nel verde, fra le colline del basso Piemonte.
Caruso gira il suo documentario con due iPhone e un drone, entrambi alimentati ad energia eco-sostenibile, e non è ovviamente un caso che questo venga sottolineato, perché A riveder le stelle è pensato per essere una lettera al futuro dell’umanità, un ulteriore grido di allarme per porre l’attenzione sul drastico cambiamento climatico in atto negli ultimi anni.
Così il regista segue i personaggi che attraversano il verde e si riposano nei rifugi, discutono fra di loro o soli di fronte alla camera, argomentando su questioni oggi più che mai fondamentali, come il circolo vizioso “bisogno e ricreazione del bisogno” messo in atto dall’assetto capitalistico, dal quale si è formata una società dei consumi che sta, per l’appunto, consumando il Pianeta Terra. E anche se diversi fra loro, i protagonisti di questo documentario sono accomunati da un sentimento di crisi verso un’esistenza che, dietro l’inganno di un benessere indotto, cela una reale tragedia in atto.
fonte: MyMovies
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