Trama
Margate, 1981. Tempi duri per la Gran Bretagna, precipitata nella recessione e scossa da un razzismo endemico. Il cinema è la sola via di fuga. Svettante come un faro lungo la costa inglese, l’Empire brilla di mille luci e indica la via agli spettatori di buona volontà. Costretto a chiudere due delle sue quattro sale, questo maestoso cinema in declino è gestito da Mr. Ellis, che di elegante ha solo il titolo. L’anima del suo esercizio è Hilary, segretaria coscienziosa, dedita alla professione e attenta ai suoi ‘dipendenti’, diretti come una famiglia. Uscita spezzata da un esaurimento nervoso, sta riprendendo lentamente a vivere. Hilary naviga a vista tra proiezioni, a cui non assiste mai per eccesso di zelo, e una relazione tossica con Ellis, che ‘abusa’ della sua infelicità. Ma a cambiare le cose arriva Stephen, un giovane ragazzo nero che prova subito empatia per Hilary. A colpi di biglietti staccati, Hilary e Stephen si avvicinano, teneramente, appassionatamente. Insieme incarnano un futuro migliore per la Gran Bretagna.
Con Empire of Light, Sam Mendes sente soprattutto il bisogno di tornare alla sua ‘infanzia’, in un gesto retrospettivo condiviso recentemente, dettaglio affatto trascurabile, con altri autori della sua generazione.
Dopo 1917 Mendes ritorna agli anni della sua formazione ma Empire of Light non è strettamente autobiografico, si ispira piuttosto alla musica, ai film e al clima politico che hanno influenzato la sua adolescenza, il cinema soprattutto. Mendes non celebra per forza quello ‘maiuscolo’ ma quei film popolari che danno forma ai nostri ricordi e sono indelebilmente associati ai passaggi della nostra vita.
fonte: MyMovies