Trama
Giovanni ha ‘dormito’ per 31anni. Il giorno in cui, a piazza san Giovanni, si tenevano i funerali di Enrico Berlinguer l’asta di uno striscione gli è caduta in testa procurandogli un coma profondo durato così a lungo. Ora però il mondo in cui l’allora diciottenne si viene a trovare è decisamente cambiato. Avrà bisogno dell’aiuto della suora che gli era stata a fianco nel corso della degenza e di un ragazzo affetto da mutismo selettivo.
Walter Veltroni porta sullo schermo il suo romanzo mutandone alcuni elementi ma conservando lo spirito che ne ha informato la scrittura.
I cambiamenti sono dettati non solo dalla necessaria considerazione del passaggio dal linguaggio letterario a quello cinematografico ma anche da un altro, nello specifico, per nulla secondario, elemento: il trascorrere del tempo. Perché da quando il libro è stato pubblicato (2017) ad oggi sono passati altri sei anni ed il mondo nella sua generalità e in quella italica in particolare è ulteriormente mutato.
Se andiamo a cercare la definizione dell’avverbio di tempo ‘quando’ nel vocabolario Treccani troviamo in apertura questa definizione: “Ha la funzione di domandare, in frasi interrogative, in quale tempo o momento si determinerà, si è determinato o si determina, un fatto, una situazione o un’azione”. Nel romanzo e anche nel film di Veltroni però il punto di domanda non c’è. C’è il tentativo da parte del protagonista di trovare un punto in cui fissare la propria presenza nel mondo cercando di determinarne le nuove coordinate.
fonte: MyMovies