Trama
Francesca Cabrini è una suora che vuole cambiare il mondo: ha fondato un orfanotrofio nella sua nativa Lombardia e ha più volte scritto al Vaticano affinché le conceda di costruire una rete internazionale di orfanotrofi per assistere i bambini più poveri in Asia. La sua insistenza viene premiata da Papa Leone XIII, che però non la spedisce in Asia ma a New York, con il compito di diventare la prima donna a capo di una missione oltreoceano. Il suo lavoro si svolgerà fra gli italiani emigrati negli Stati Uniti fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, molti dei quali vivono in condizioni disperate nella zona degradata di Five Points.
Ed è da lì che Madre Cabrini inizierà la sua missione, salvando dalla miseria decine e decine di bambini, con l’aiuto delle sorelle che l’hanno accompagnata dall’Italia e persino di una Maria Maddalena incontrata a New York, l’ex prostituta Vittoria. Francesca finirà per costruire un ospedale accessibile a tutti e sarà fatta santa, vivendo molto più a lungo di quanto la sua condizione fisica, compromessa da una tubercolosi infantile, prometteva di concederle.
Francesca Cabrini è un lungometraggio girato in inglese che negli Stati Uniti, dove Madre Cabrini è una figura storica e religiosa venerata soprattutto (ma non solo) dalla comunità italoamericana, ha totalizzato oltre 20 milioni di spettatori.
Il film porta la firma del regista messicano Alejandro Monteverde che ha al suo attivo un altro piccolo miracolo cinematografico, quel Sound of Freedom che è stato un caso internazionale da 250 milioni di spettatori, nonostante l’argomento agghiacciante (il traffico sessuale dei bambini). La sceneggiatura è di Monteverde e di Rod Barr e la produzione è italiana e americana: c’è anche lo zampino di Veronica Berti Bocelli il cui marito Andrea canta il tema del film, “Dare To Be”, insieme alla figlia Virginia.
L’impianto è decisamente tradizionale, un “viaggio dell’eroina” attraverso prove sempre crescenti, con l’incontro-scontro con l’arcivescovo Corrigan (David Morse) e il sindaco (John Lithgow) di New York, entrambi di origine irlandese, così come con il Papa (Giancarlo Giannini). Monteverde dà respiro ed epicità alla vicenda di un personaggio femminile adatto ai tempi, in quanto irriducibile e sempre pronta a sfidare l’ordine costituito partendo dal presupposto che il mondo sia “troppo piccolo per ciò che intendo fare”. E davvero il suo caso è esemplare, poiché è riuscita a fondare un ordine senza corrispettivo maschile e a “costruire un impero di speranza” salvando la vita a moltissimi bambini e ammalati. Il film mette ripetutamente l’accento sia sul suo essere donna che sul suo essere italiana, in un’epoca e un luogo in cui gli italiani venivano trattati con razzismo e discriminazione.
fonte: MyMovies