Orario: venerdì 28, sabato 29, domenica 30 novembre: ore 21:00; lunedì 1 dicembre: ore 15,30 (in collaborazione con UNITRE)
Prezzo: Interi: euro 7,00 – Ridotti: euro 5,00
Regia di Mario Martone
Con la partecipazione di Elio Germano, Michele Riondino, Anna Mouglalis, Iaia Forte, Isabella Ragonese, Valerio Binasco
Genere: Biografico, Storico
Informazioni: Durata: 137′ Data di uscita: 16-10-2014
Fin da piccolo, Giacomo Leopardi passa gran parte della giornata nella grande biblioteca di famiglia. A fargli compagnia ci sono il fratello Carlo e la sorella Paolina, a sorvegliarlo c’è il padre, conte Monaldo. Villa Leopardi è ampia e spaziosa ma per Giacomo, ben presto capace di aver tutto letto e appreso, l’aria diventa pesante. Vorrebbe vedere altri luoghi ma l’ostilità del padre lo impedisce. Quando, a 24 anni, lascia la natia Recanati nelle Marche, il suo nome è molto conosciuto per l’alto rigore della preparazione e delle composizioni pubblicate. E’ accolto in circoli intellettuali e culturali, dove tuttavia ricava più noia e fastidio che arricchimento. A Firenze stringe amicizia con il napoletano Antonio Ranieri, che vive da bohemien, e con la sua spasimante Fanny. Proprio con Ranieri si trasferisce a Napoli dove entra a contatto con la disperata vitalità della città partenopea. Quando scoppia il colera, i due vanno a vivere in una villa immersa nel verde ai piedi del Vesuvio. Qui Leopardi muore nel giugno 1837.
Personaggio complesso, difficile, scomodo: da sempre Giacomo Leopardi è accompagnato da una tipologia caratteriale che mette paura. Col passare dei decenni e con lo standardizzarsi della sua immagine nei libri scolastici (giovane cagionevole di salute, timido, colto oltre ogni limite), la sua figura ha assunto tratti iconici, stereotipati, quasi banali: fino a diventare una sorta di ‘secchione’ con poca voglia di divertirsi. L’operazione di Martone è dunque coraggiosa e spregiudicata. "La sceneggiatura -dice l’autore- attinge agli scritti di Leopardi e all’insieme del suo epistolario, lo scrigno attraverso cui è possibile seguire la sua breve vita dalla Recanati della biblioteca paterna fino alla Napoli del colera e del Vesuvio". La Recanati dell’inizio è davvero un ‘natio borgo selvaggio’, La prima ora di racconto trasmette con forza di verità l’idea di un luogo tanto calmo quanto asfittico nella sensazione della impossibilità di un cambiamento. Crea le premessa per quella che non è una fuga ma una necessità, il bisogno di respirare aria nuova, di sentire stimoli diversi sulla pelle. Da Firenze a Napoli (il breve periodo romano è trascurato) si aggravano le condizioni di salute, si rafforza il pessimismo e insieme l’ostinata convinzione che la seconda situazione non nasce dalla prima. L’impossibilità di parlare, di scrivere, di avere una realtà umana e civile foriera di fecondi sviluppi è nella natura delle cose. Forse la parte conclusiva sconta qualche lunghezza di troppo, tuttavia Martone mantiene una compattezza espressiva e una solidità visionaria, unica via per restituire ai giorni nostri una biografia tanto rapida quanto intensa. Elio Germano si cala in Leopardi con grande maestria, catturandone la follia e la grandezza. Anche quando legge alcune liriche certamente famose, ma oggi forse meno note di qualche generazione addietro. Il compito insomma è svolto egregiamente: ripartire magari da zero e ricollocare Leopardi tra le grandi menti che hanno scavalcato ogni tempo e ogni moda. Uomo di oggi e di domani, capace di scrivere "il naufragar m’è dolce in questo mare" e quindi di aprirsi all’infinito, al mistero della vita. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile e adatto per dibattiti.