Il ragazzo invisibile
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Programmazione

Orario: venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 alle ore 21
Prezzo: Interi: euro 7,00 – Ridotti: euro 5,00
Regia di Gabriele Salvatores
Con la partecipazione di Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport, Ludovico Girardello e Noa Zatta
Genere: Fantasy
Informazioni: Data di uscita: 19-12-2014

Residente in una città di mare, Michele, 13 anni, ha rapporti conflittuali con alcuni comopagni di scuola, e non riesce ad attirare l’attenzione di Stella, la ragazza della classe che soprattutto preferisce. Irritato e deciso a cambiare la situazione, un giorno entra in un negozio di abiti dove un commesso cinese, alla richiesta di un costume per una festa, gli propone una sorta di vecchia tuta. Tornato a casa, Michele la indossa, non la sente bene addosso, vorrebbe acquistare super poteri, si scoraggia fino al pianto. Quando si riprende, si toglie il vestito e non vede più se stesso allo specchio. E’ diventato invisibile. Si tratta di una situazione talmente imprevista da generare conseguenze folli e inspiegabili. La più importante, la scoperta di essere un figlio adottivo. Giovanna, poliziotta, non é la sua mamma; quella vera la scoprirà dopo molte peripezie…

Un precedente lo ricorda Salvatores stesso: "Devo aver detto, dopo ‘Nirvana’, che mi sarebbe piaciuto girare l’invisibile. Non credevo che mi sarei preso così alla lettera". Qualche precedente c’è anche in ‘Io non ho paura’ (2002), dove un bambino si nasconde e sparisce agli occhi di tutti. Qui, ora, il genere è affrontato in modo scoperto me diretto. E bisogna ridare la parola all’autore: "C’é una strada italiana al fantasy? Si possono scrivere storie che interessino generazioni diverse, genitori e figli? Queste storie ci appartengono?" Domande opportune che accompagnano un copione scritto certamente con una buona dose di coraggio, con la spavalderai necessaria per mettere insieme un storia interamente collocata negli spazi temporali che mettono da parte la razionalità e danno libero sfogo alla fantasia. L’adolescenza come territorio vasto e piatto, desolato, difficile da riempire; il sogno come opportunità per vivere vite differenti da quella che ci ritroviamo. Le premesse sono belle, inquiete; lo svolgimento si arrampica su scoscesi saliscendi, laddove i desideri fanno a pugni con la loro ostica realizzazione. Diventare invisibili dentro una storia cinematografica, che vive sulla visibilità è già contraddittorio, e il regista cavalca questa scommessa. Ci mette cuore e capacità inventiva. Manca qualche passo più forte, l’arrivo nella visionarietà e nella metafora, Meglio fermarsi alle soglie del divertimento, e della storia, appunto, di genere. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come consigliabile e nell’insieme semplice.

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